Giovan Battista Viani, scultore ligneo “dimenticato”

“Il Vianino”: un ingegnoso artista che nella sola Padova ha ben quattro opere, tutte nella chiesa di “Babbo Natale”

 

San Bernardino guarisce un re

San Bernardino guarisce un re

Viani, chi era costui? Per farvi comprendere le poche notizie certe su di lui, nella Biografia degli Artisti del 1840, il bellunese Filippo De Boni lo descrive come “cremonese, padre o fratello di Antonmaria”.
Un po’ vaga come descrizione iniziale, non c’è che dire.
A prescindere dal gradi di parentela (anche se fonti storiografiche datano al 1564 il suo anno di nascita), più fortuna ebbe Antonmaria, nato nel 1540, che però si dedicò soprattutto alla pittura.
Giovan Battista, detto anche “il Vianino” si dedica per lo più alla scultura in legno e lo storico dell’arte Leopoldo Cicognara dice così di lui: “fioriva nel secolo XVII ed attese all’arte della scultura, ove pose ogni suo ingegno, che però divenne in essa eccellente, come dalle sue opere chiaro si può vedere, fra le quali si annoverano il bellissimo ornato del Cristo Risorgente, alla chiesa di San Luca, e di un intaglio eccellentissimo ornamento intero dell’organo della stessa chiesa di San Luca, quale per la bontà del lavoro non si è mai posto a oro, come accadde pure delle due statue che vi sono, una di David, e l’altra di santa Cecilia, così bene scolpite da parer vive. Fece ancora le tre statue del presepio di N. S. in San Michele, e le due cantorie per la Cattedrale, per le quali ebbe 120 scudi in oro”.
Decoro e arredo del Santuario della Beata Vergine Maria delle Grazie a Curtarone (MN) fu affidato proprio a lui e al collega Giulio Romano, ma quel che sembra renderlo differente rispetto ad altri della sua epoca, è l’esperienza maturata nei paesi del nord Europa.

Particolare - San Giovanni del deserto

Particolare – San Giovanni del deserto

PADOVA. Un’esperienza che si tramuta in grande arte. Ed è qui che arrivano le quattro opere lignee: San Giovanni nel deserto, San Francesco con i segni delle Stigmate, la Bilocazione di Sant’Antonio e San Bernardino che guarisce un re. Queste quattro opere lignee si trovano nella chiesa di San Nicolò a Padova. Il nesso tra Padova e la città d’origine del Viani potrebbe passare per due famiglie: la Cavalcabò di Cremona e la Forzatè di Padova. E’ il Tiraboschi infatti a spiegare nel suo libro dedicato alla famiglia cremonese il legame tra queste due nobili famiglie: “sembra probabile che Giovanni Cavalcabò abbia emigrato in conseguenza dell’anzidetto rovesciamento di sua famiglia in Cremona, e siasi prima rifugiato in quella città presso i suddetti Signori, coi quali poteva avere delle relazioni di parentela o amicizia”.
Giordano e Marco Forzatè, guarda caso, sono proprio sepolti nella chiesa di San Nicolò, con il relativo “deposito” posizionato sulla destra rispetto all’ingresso della chiesa.

Dettaglio - Bilocazione di S. Antonio

Dettaglio – Bilocazione di S. Antonio

BABBO NATALE, PRIMA DI BARI. San Nicolò, una delle chiese più nascoste ma più intime della città di Padova, fu costruita prima del 1.088 e inizialmente destinata ad ospitare le spoglie del greco San Nicola di Myra, che successivamente diventerà “famoso” come San Nicola di Bari. Pare che il Santo, prima di diventare vescovo, fece scivolare tre palle d’oro nell’abitazione di una nobile famiglia improvvisamente caduta in povertà: questo per evitare che il capo famiglia avviasse le figlie alla prostituzione. Quelle tre palle dorate che ora sono presenti nell’immagine iconografica del Santo e che solo il tempo e la pubblicità (vedi il “Santa Claus” della Coca Cola) hanno trasformato il Santo nella versione ‘pagana’ oggi conosciuta come Babbo Natale.

LE OPERE DEL VIANI. Chiusa la parentesi curiosa sulla prima chiesa al mondo dedicata al futuro Babbo Natale, le opere lignee del Viviani si possono ammirare in tutta tranquillità e nella loro maestria di volumi e profondità. Tutte si presentano come opere composte da più strisce verticali od orizzontali (da 4 a 6). Opere che si possono osservare “naso a naso” e nelle quali le scheggiature del tempo evidenziano la straordinaria abilità nell’intaglio del legno, in ogni minimo particolare. Un “ingengo” che il tempo ha cancellato ma che solo i visitatori possono ancora ammirare. Per dare ancora vita a opere che sono vive, oggi più che mai.

Alberto Sanavia

 

 

BIBLIOGRAFIA
De Boni Filippo – “Emporeo biografico metodico, ovvero Biografia degli Artisti”
Rinocchietti Demetrio Carlo – “Scultura e tarsia in legno dagli antichi tempi ad oggi”
Panni Anton Maria – “Notizie storiche de’ pittori, scultori ed architetti cremonesi”
Tiraboschi Giovanni Carlo – “La Famiglia Cavalcabo ossia Notizie storiche intorno alla medesima”
-Tellaroli Paola – “Misteri e storie insolite di Padova”

-www.comune.curtatone.mn.it
www.sannicolo.padova.it

Foto di Alberto Sanavia