Sanremo, il piacere dell’attesa

E’ come risvegliarsi dopo una sbronza. La testa ancora un po’ gira, ci si alza e si pensa che tutto quello che s’è visto la giornata precedente fosse stato solo uno strano sogno. Ti lavi il viso, ti vesti e scendi in strada, ma ricevi uno schiaffo. Ancora più forte.
E’ scattato il weekend e Sanremo è realmente terra di nessuno, invasa da falangi oplitiche di persone comuni che sfoderano le loro penne per gli autografi, come fossero lance pronte ad impalare gli artisti che sfuggono, impauriti, dall’opulenza del fanatismo. Le memorie digitali contengono milioni di scatti rubati, sfuocati, sovra illuminati. Quello che conta è portare a casa un pezzettino di quel “muro di Berlino” mediatico che divide la vita normale dal set cinematografico di una città sempre più immersa nella favola. Prima che si sgretoli davanti alle picconate della domenica mattina, quando tutto sarà finito, torniamo a regalarvi la cronaca di una nuova giornata trascorsa a Sanremo.
CHE FINE HANNO FATTO I CESTINI? La sicurezza è massima a Sanremo. Tutte le forze dell’ordine si mischiano alla gente, ma senza dare nell’occhio, come se anche loro fossero coinvolte come comparse all’interno di questa manifestazione. Il problema, il vero problema, l’ingombrante problema… sono i cestini. Potenziali contenitori di bombe. Sarà. Hanno ragione. Ma le tasche dei passanti si riempiono di bottigliette da 50 cl vuote e accartocciate, di tovaglioli arrotolati che si mischiano alle “penne oplitiche”, sempre pronte ad essere utilizzate, sempre se le ritroveranno, in mezzo a quel groviglio di raccolta indifferenziata da taschino.
IL VOLO E IL PERICOLO ALLARME. La sala stampa “Lucio Dalla” ha i suoi cantanti preferiti. All’esibizione del trio “Il Volo” in molti iniziano ad applaudire e, successivamente, a canticchiare la loro canzone. Così per un attimo riflettiamo e realizziamo che, se la canzone avrà successo, saranno in molti ad emulare sotto la doccia la voce di questi giovanotti. Un allarme per le orecchie dei vicini. Ma portate pazienza, prima o poi anche questa moda passerà.
I COMICI DOVREBBERO FAR RIDERE. Il Festival è forte, musicalmente parlando. Finalmente. Questo rende meno amaro il flop dei comici che si sono susseguiti sul palco. Ne scegliamo una su tutte, di scena triste. In conferenza stampa Carlo Conti ha abilmente sviato il discorso sulla tetra canzone di Luca e Paolo, dicendo che “noi toscani siamo abituati a scherzare su tutto, anche sulla morte”. Giusto, basta saperlo fare.
QUANDO PRANZARE, QUANDO CENARE? Chi si trova a Sanremo segue poco il Festival di Sanremo. Sì, è un controsenso. Ma per tutti la giornata è una sorta di lunga e piacevole attesa, che svanisce quando le telecamere si accendono dentro all’Ariston. E’ proprio quello il momento giusto per mollare tutto e correre nei ristoranti, mangiare in velocità e tornare ad attendere la fine del Festival per ricominciare a riviere quella indefinibile, piacevole, sensazione di attesa.